Il Prefetto, Salvatore Montanaro, lascia, dopo tre anni e mezzo, il suo “dicastero” forlivese, ma resterà per sempre legato alla Romagna, poiché affezionato alla città ed ai colori della
Tecnomec Volley. Così dopo questa esperienza trova una nuova destinazione in Catanzaro. Una missione difficile in un territorio ricco di contraddizioni e da sempre, alle prese con problemi sociali rilevanti. Insomma, Montanaro, è il “nuovo” che avanza, chiamato a gran voce dal Consiglio dei Ministri, là dove la presenza dello stato è da sempre in discussione. Mercoledì scorso, in Consiglio comunale, davanti al sindaco Nadia Masini e all’Amministrazione, Montanaro, è apparso visibilmente commosso, ed ha espresso una profonda e sincera gratitudine a tutti. Alla Giunta e alla cittadinanza per il lavoro svolto in questi anni. Il sindaco Nadia Masini, ha ricambiato con stima e ammirazione il congedo di Montanaro, augurandogli altri risultati positivi come questo. Il Prefetto, come noto, è un grande appassionato di volley e da tempo, segue le gesta sportive della Tecnomec.
Quand’è che nasce la sua passione per questa disciplina?
“Sono sempre stato incuriosito e appassionato dallo sport in generale. Lo vedo come un ottimo veicolo di formazione e di comunicazione globale. Uno strumento di associazione, fondamentale nella crescita e nello sviluppo degli individui, attraverso la diffusione di alcuni valori che poi definiscono il carattere della persona stessa. Poiché questo avviene in una fase, solitamente vicina all’età evolutiva. Mi piacerebbe pensare che proprio per questo, si potrebbe usare questo “mezzo” per migliorare noi stessi”.
Come tifoso della Tecnomec, il ricordo più bello?
“L’anno scorso. Con Novara e anche con Jesi. Partite tiratissime. Con Novara, la più lunga del campionato”.
La giocatrice che, nel suo ruolo, le piace di più?
“Diverse. Ricordo in particolare la Kenny Moreno e Angela De Moraes. Caratura tecnica e grande elasticità erano le loro caratteristiche vincenti”.
In questi giorni, lei ha detto: “Forlì? Un esempio da esportare”. Come uomo di stato e come tifoso al tempo stesso, che messaggio si sente di trasmettere alla “piazza”, alla città che sta per lasciare?
“Se dentro al messaggio istituzionale, lo sport viene vissuto e utilizzato come un vero strumento di risorsa verso tutti i cittadini, contro quella minoranza che delinque, sarebbe un fatto straordinario, con vantaggiose ripercussioni positive sull’ambiente, per tutti i consociati”.
Com’è che ha conosciuto il Presidente Giuseppe Camorani?
“Nella prima presentazione ufficiale della squadra, nel 2003. Da allora non ho più abbandonato questa squadra. Mi sono affezionato”.
Se volesse esprimere un suggerimento, un consiglio, all’amico Camorani cosa gli direbbe?
“Di non mollare. Di insistere poiché è proprio quando siamo in difficoltà che dobbiamo continuare per aumentare le nostre difese e potenziare le nostre qualità”.
Camorani ha salutato così Montanaro: “Il prefetto Montanaro lascia una profonda traccia positiva in questa città e in questo territorio. Noi tutti “perdiamo” un grande uomo oltrechè un Prefetto. Ho condiviso con lui il rispetto dell’etica, i valori che prescindono da essa e la passione per quello che faccio”.
Se potesse realizzare un sogno per l’anno nuovo che arriva…
“Un paio di atlete in Nazionale che sono state bistrattate in passato. Una manifestazione di spessore per riempire tutto il “Palafiera”.
Inevitabilmente, un bilancio della stagione?
“Un 2006 positivo per la permanenza in A1. Negativo, per non aver partecipato ai play off per la prima volta”.