Un breve distacco durato appena cinque mesi, poi la ricongiunzione. Il binomio Mauro Marasciulo – Gaetano Capasso resiste anche al tarlo degli esoneri e non appena il tecnico carioca ha gettato le basi per il futuro pallavolistico dell’Airone, il primo nome che gli è balenato per la testa è stato proprio quello del preparatore atletico partenopeo, che era in forza al Vicenza. Nato ad Ottaviano (Napoli) trent’anni fa, l’allenatore in seconda del Terra Sarda Tortolì, laureato in Scienze Motorie, è alla sua quarta stagione tra le professioniste del volley. Ha cominciato in A2 col Cavazzale nel 2001/02. Successivamente ha prestato la sua indiscussa professionalità al Padova e poi al Vicenza, sempre al fianco del tecnico carioca. Ma Gaetano Capasso è stata anche una valida pedina da sestetto. Ha militato nella massima serie, a Padova, dove ha raccolto i preziosi consigli dispensatigli dall’esperto allenatore russo Yuri Sapega. Ottaviano, Vicenza (centro in cui risiede dal 1990) e Montecchio le altre città dove ha lasciato buoni ricordi.
Per il giovane stratega le referenze sembrano non esaurirsi mai. Lo scorso anno prende in consegna la nazionale italiana dei sordo muti, facendole conquistare il titolo continentale a Monaco, battendo in finale la super favorita Ucraina. E’ uno strenuo assertore della complessa “preparazione preventiva” che proverà a spiegare nel corso del colloquio. Ha già pizzicato qua e là tra le pietanze tipiche ogliastrine, rimanendo senza parole, pur non avendo ancora duettato con gli inimitabili culurgiones.
Quello con Marasciulo si è rivelato un autentico idillio
Con lui mi trovo bene sia sotto il profilo umano, sia nell’aspetto prettamente professionale. Abbiamo trascorso momenti indimenticabili a partire dall’esperienza padovana.
Ti sei sempre cibato di volley
Diciamo che l’attività sportiva ha contrassegnato la mia esistenza. Da piccolo mi sono cimentato anche col nuoto, con il calcio e la pallanuoto, poi ho conosciuto la pallavolo che ha dato un’impronta decisiva al mio futuro sportivo.
A soli sedici anni arrivi alle finali nazionali con l’Under 16 dell’Ottaviano.
E guarda caso, disputo l’importante concentramento a Cagliari: la Sardegna mi porta fortuna. Ci sono stato anche due anni fa, proprio a Tortolì, quando allenavo il Padova. E poi, dulcis in fundo, tra i campioni continentali della nazionale sordo muti, ha militato un palleggiatore sardo, Maurizio Ledda, che spero di incontrare al più presto.
E’ ammirevole quello che hai fatto nei confronti dei “diversamente abili”
Dispiace che di queste imprese se ne senta parlare poco, meriterebbero ben altro risalto.
Durante la tua carriera da giocatore sei rimasto fermo per infortunio, ma non hai perso tempo
Ne ho approfittato per fare un viaggio in Australia, volevo respirare l’aria dell’altra parte del mondo. Ho trascorso momenti unici, soprattutto quando sono entrato in contatto con il deserto.
Ora ti sei allontanato dal “continente”
E’ strano, il mare che ci separa dalla penisola mi fa sentire fuori dall’Italia, ma l’impatto con l’Ogliastra è stato bellissimo. Ho incontrato persone competenti e alla mano. A cominciare dal ds Rocco Gallucci, fino all’intero staff dirigenziale: persone davvero squisite.
Si sta facendo il possibile per onorare al meglio quest’importante traguardo sportivo
Personalmente credo molto nell’organizzazione, quando all’interno della società tutto funziona alla perfezione, la squadra è più facile da gestire. Per Tortolì è la prima esperienza assoluta nella serie A1, dobbiamo mettercela tutta per ben figurare.
Le ragazze hanno appena cominciato la preparazione: impressioni?
Sono molto entusiaste, hanno tanta voglia di ottenere risultati, speriamo che il lavoro paghi.
Già il lavoro, il tuo chiodo fisso…
Sono una persona molto precisa nella conduzione tecnica della squadra, e il lavoro scientifico è alla base delle mie scelte. Cinque le settimane ci separano dal primo incontro di Coppa Italia, che, guarda un po’ la fatalità, giocheremo contro la mia ex squadra (Vicenza). Per quella gara dovremo arrivare con uno stato fisico discreto.
Come imposti le tue sedute?
Non è semplice dirlo in due parole. Alterno la potenza aerobica con i lavori anaerobici.
Cioè?
In sostanza le atlete devono arrivare ad un eventuale quinto e decisivo set fresche come una rosa. Il mio tipo di preparazione che chiamo “preventiva” mira all’ottenimento di risultati soddisfacenti, evitando di esasperare le giocatrici con dei carichi eccessivi di lavoro.
Le ragazze che si impegnano fino in fondo sono le tue preferite
Si, non lo nascondo. Preferisco interagire con un gruppo che da’ il massimo; secondo me l’allenamento è creazione di fatica, se è palese la volontà di centellinare gli sforzi, non penso che con me si andrebbe molto lontano.
Mi sembra che le sei atlete a tua disposizione, stiano regalandoti soddisfazioni..
Sicuramente. Valentina Conte è una ragazza molto simpatica, si vede che ha voglia di imparare e di crescere. Stessa impressione me l’hanno data Manuela Caponi ed Elisa Muri: sono molto volenterose, miglioreranno a vista d’occhio, ne sono certo.
Diverse aironesse hanno avuto già a che fare con i tuoi metodi
Tatiana Menchova e Meika Wagner mi conoscono bene, abbiamo condiviso gioie e dolori in quel di Vicenza; è bello ritrovarsi qui.
L’organico è dei migliori
Ne parlo spesso con Mauro Marasciulo, abbiamo grosse opportunità di fare bene. Menchova, Sekulic, Leto, sono nomi di prim’ordine. Di sicuro avremo a che fare con almeno cinque organici più competitivi del nostro, ma queste valutazioni sono solo sulla carta. Mauro cura molto l’aspetto umano, lui vuol puntare sul gruppo. Lo scorso anno ha ottenuto una incredibile promozione sbarazzandosi di compagini molto più forti della sua.
E’ tutta una questione di cuore
Se c’è una cosa che accomuna noi partenopei e voi sardi è proprio la voglia di affermarci con il cuore. I giorni scorsi ho visto le immagini della gara decisiva dell’Airone vinta contro il Lodi. Non ho mai visto un palazzetto così pieno di tifosi, davvero ammirabili.
E se proprio vogliamo sprecarci in complimenti…che mi dici dei paesaggi ogliastrini?
Unici, davvero. Neanche in Australia ho visto scorci così belli. Ma ho un piccolo rimprovero da fare: le vostre strade cosa aspettano a rimetterle a posto?
Al supermercato ti stai lasciando andare……
Come fai a trattenerti quando ti si presentano davanti agli occhi saporitissimi prosciutti, formaggi..per non parlare dei prodotti ittici. Mi mancano solo i culurgiones, ma non passerà molto tempo.
Un giudizio sull’ultima prestazione della nazionale italiana alle ultime Olimpiadi?
Credo che si debba fare un esame di coscienza, mi sembra inevitabile: dopo che hai adottato delle scelte tecniche e tattiche è giusto poi domandarsi se siano state giuste o sbagliate, alla luce dei risultati ottenuti.
Della rappresentativa azzurra conoscevi qualche atleta?
Si, Elisa Togut e Paola Paggi, sono care amiche che ho avuto la fortuna di allenare.