Eccola qua, Simona La Rosa, per tanti appassionati e tifosi del Terre Verdiane Servizi Italia, oggetto misterioso, perché giocatrice meno utilizzata da coach Marco Botti, chiusa persino dal sistema di gioco scelto con due liberi, privilegiando, per ruolo, l’altra Under 22, Elisa Martini. Arcana, malgrado, nelle sporadiche occasioni in cui era entrata in campo, in particolare quando le era stato concesso un varco, come all’andata, contro l’IHF Frosinone, non aveva deluso.
Eccolo qua, un girone dopo, il destino, che, in Ciociaria, contro il medesimo avversario, a fronte dei problemi fisici della compagna Diletta The Wall Sestini, le elargisce la possibilità di esser schierata, per la prima volta, nel sestetto iniziale e dimostrare a tutti come lei sia una centrale con qualità da lustrare. Con dei difetti da migliorare, certo, perché a vent’anni compiuti da due mesi e una carriera ancora davanti, si hanno tante lacune da colmare, come l’acerba fase d’attacco in fast.
Eccola qua, la Simo, la quale, con nerbo e vigore, senza lasciarsi tradire dall’emozione, edifica, nella quinta affermazione verdiana consecutiva, tre dei dieci muri della sua squadra e offende il contendente, con una positività del 60%, principalmente per mezzo di azioni in primo tempo.
“Per forza che sono contenta, dopo tanto attendere. Non avrei voluto partire dall’inizio per la sfortuna di una mia compagna. E’ stata un’opportunità che dovevo sfruttare al meglio, perché in tutti questi mesi, pur sedendo sempre in panchina alla domenica, mi sono sempre allenata senza tirarmi giù con il morale. E’ stato importante questo aspetto, il fattore psicologico, ma qui, in questo gruppo, è più facile che altrove perché – riferisce la centrale piemontese – siamo molto unite, non solo in palestra, ma pure fuori, dove, praticamente, condividiamo quasi tutta la giornata. Da loro, dalle mie compagne e anche da tutti i tecnici, Marco Botti, Davide Zanichelli e Alberto Raho, ho sempre avuto il massimo sostegno. Al fianco di Diletta Sestini, che, pur essendo giovane, è già tanto esperta, poi, si impara tantissimo, non si smette mai di attingere conoscenze e di ascoltare consigli”.
A buon diritto, legittimamente carica e orgogliosa per la finestra che si è ritagliata questa settimana, aspettativa per l’avvenire immediato e per quello più inoltrato.
“Questa mia prestazione la dedico a me stessa, perché l’attesa del lavoro ha pagato, per me, che vorrei fare sempre di più e di meglio. Nelle prossime sei partite non mi aspetto di fare gare intere, ma, con la salvezza ormai acquisita, di entrare un po’ più spesso, mentre – riconosce Simona La Rosa – per la prossima stagione, dopo due annate vissute in pratica solo ad allenarmi, anche se a Chieri avevo giocato maggiormente, vorrei ritagliarmi, qui, dove mi piacerebbe rimanere, o altrove, uno spazio anche solo un pizzico più grande. Penso sia normale e comprensibile” .
Onesta e sincera, ragionevole ed equilibrata, malgrado i vent’anni. Inaspettata e sorprendente. Con la palla sotto rete, con le parole e i ponderati pensieri di fronte a una riflessione.