Terre Verdiane Volley: coach Botti va oltre la sfortuna “Fiducioso, perché il gruppo si è fatto squadra”
Autore: Lega Volley Femminile
29 Novembre 2012

Nella notte tra domenica e lunedì, all’interno della sala d’attesa del Pronto Soccorso dell’Ospedale di Vaio, a Fidenza, da dove è uscito alle due, mentre era in apprensione per l’originario responso sull’infortunio occorso, cinque ore prima, sul parquèt di Mazzano, alla palleggiatrice Elisa Moncada, davanti agli occhi e nei pensieri di Marco Botti, allenatore del Terre Verdiane Volley, ormai esausto, è scorsa l’interminabile serie di episodi sfortunati capitati, da agosto a oggi, nei tre mesi d’avvio di questa stagione, al club in cui è molto più di un semplice coordinatore dello staff tecnico.

Lo sfavorevole e sciagurato fotogramma è stato, però, nel suo sguardo e nella sua anima, sfumato e attenuato da un bagliore di luce, che gli pare schiarire la prospettiva, purché si abbia profonda fiducia e assoluta pazienza.

“C’è il livello dei risultati, che, con quattro sconfitte consecutive e un solo punto conquistato, è inesorabile. Non è da permanenza nella categoria, non è da salvezza. Indubbiamente dobbiamo lavorare su questo aspetto, ma c’è un altro lato, che mi fa essere ottimista, pur tra infinite difficoltà, armandosi di tanta calma e serenità. La rabbia e la stizza per come è andata domenica mi fanno vedere tutte le cose positive che – conta il coach del TVV – si stanno verificando. Da due settimane la fiammella pilota della nostra caldaia si è accesa, adesso va alimentata. Certo, fatti ed eventi non la stanno aiutando, ma le ultime due partite hanno avuto un’intensità tale da farmi constatare che, se prima eravamo semplicemente un gruppo di persone, ora stiamo diventando una squadra”.

Eccolo, il barlume che conferisce speranza, affidamento e possibilità. Con l’IHF Frosinone e, poi, con il Sanitars Metalleghe Mazzano, malgrado le sconfitte, le ragazze verdiane hanno combattuto, hanno dato tutto, hanno giocato, perdendo solo sul filo di lana ogni set, in un crescendo da una gara all’altra, per ammissione degli stessi avversari incontrati.

“E’ innegabile che la perdita della palleggiatrice titolare, tecnicamente e tatticamente, ci precluda tante soluzioni, ma questa defezione, se si fosse verificata venti giorni fa, sarebbe stata nociva in senso assoluto, ora, al contrario, no, perché c’è una squadra e tutto può succedere. Domenica abbiamo sfiorato la vittoria, con un quarto parziale tirato e un tie break perso ai vantaggi, anche con Giulia Budini, la quale, entrando in corsa, ha saputo mantenere – analizza Botti – i nervi saldi, il controllo, non si è emozionata e si è subito calata nell’acuto contesto agonistico. Se sapremo attendere, continuando a lavorare così, prima o poi gli esiti arrivano. Mi riferisco strettamente ai risultati, perché la tenacia e il gioco li abbiamo già, avendo dimostrato, in queste due settimane, con due partite perse, ma intense, di aver ritrovato un collettivo”.

Una predisposizione finalmente sbocciata in palestra, nelle sedute quotidiane, ma pure nei momenti di frequentazione reciproca, di aggregazione, fuori dalla sala pesi o dal palazzetto. “Sono soddisfatto, perché vedo e sento la disponibilità di tutte le giocatrici al lavoro, sull’esempio di Giulia Decordi, una ragazza che è anche stata in Nazionale e in club importanti, la quale è presto diventata, per tutte, il modello da emulare, mettendosi a disposizione per i continui cambiamenti di ruolo e di posizione, in attacco, in difesa e in ricezione, che le chiedo”, indica l’allenatore del TV Volley, il quale non si arrampica sugli specchi ma è sincero, sorretto dalla sua storia, dalle sue precedenti esperienze e dal suo modo di preparare, allenare e schierare, quando spiega come gli intoppi succedutisi lo abbiano penalizzato in dosi massicce, più di quanto potessero nuocere e pregiudicare altre squadre.

“A causa di diverse contingenze, dagli infortuni agli addominali di Valentina Rania e di Fabiana Antignano al recupero post operazione al ginocchio di Elisa Moncada, ora ancora ai box per l’infortunio patito domenica alla caviglia, per finire con il trasferimento in Serie A1, a inizio campionato, di un punto fermo come Chiara Lapi, non so quante volte sono stato costretto a cambiare formazione, a rivedere assetto, una situazione che, per me, ha rappresentato un macigno, un freno pesante, perché – illustra il tecnico verdiano – chi mi conosce e chi mi segue da tempo sa che il mio apparato di squadra non è costituito da sette atlete soltanto, ma da tutte le ragazze che ho in organico, che ognuna di loro gioca sempre, con compiti precisi. Se ci sono stati degli errori non è stato un caso, insomma. Sono dovuti alle insicurezze personali di ogni singola giocatrice, causati da questi ricorrenti forzati mutamenti”.

Non è finita, tuttavia. Anzi, si prosegue. Rischia di dilatarsi, lo stadio incerto ed esitante, con la privazione del primo palleggio, che potrebbe avere una durata più o meno lunga (la diagnosi sull’entità dell’infortunio e i relativi tempi di recupero devono ancora essere accertati con precisione). Il coach stempera senza fingere, attingendo, appunto, ai segnali e ai riscontri positivi delle più recenti occasioni:”L’assenza di Elisa Moncada indubbiamente ci fa perdere qualcosa, ma sono fiducioso, sia perché Giulia Budini ha già fatto vedere di essere in grado di reggere i ritmi della Serie A2, sia perché sono certo che tutte le compagne le daranno una mano”.

Volendo ragionare in un’ottica dilazionata e procrastinata nel tempo, non a breve e neppure a medio termine: ”Se possederemo tranquillità e ci si offrirà un briciolo di fortuna, intesa nell’avere a disposizione, ogni settimana, tutte le undici giocatrici del nostro organico, sono certo che ci salveremo”. Marco Botti e il Terre Verdiane Volley non chiedono e non pretendono molto. Domandano solo normalità.

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