Il presidente federale Carlo Magri, dopo aver appreso dai media la posizione negativa di alcune società rispetto alla decisione assunta dal Consiglio Federale riguardante la regola per il tesseramento degli atleti under 23 stranieri, ha dichiarato: “Molti la hanno voluta vedere come uno stravolgimento, io invece credo che sia una opportunità in più. La vecchia regola vietava il tesseramento e l’utilizzo degli under 23 stranieri di nuova acquisizione, quest’anno si è da l’opportunità alle società di tesserarli e di utilizzarli, con la condizione di far giocare anche i nostri under 23. Tenendo presente che da anni il nostro obiettivo è quello di far utilizzare il maggior numero di atleti italiani giovani. E non riesco a capire perché questa decisione dovrebbe comportare delle ulteriori problematiche economiche, non essendo una cosa obbligatoria. Abbiamo preso un analogo decisione per il settore femminile e le società lo hanno giudicato in maniera positiva.” Poi ha proseguito il presidente Magri “Mi auguro che non venga personalizzata questa decisione presa all’unanimità e con piena convinzione dal Consiglio Federale, che ricordo è eletto da tutte le componenti della pallavolo italiana e deve tenere presenti le esigenze di tutti e soprattutto ha il compito di tutelare le nazionali. Negli ultimi anni con tanti stranieri in campo lo spazio per gli atleti di casa nostra si è sempre più ristretto, le possibilità di giocare e fare esperienza ad alto livello sono notevolmente diminuite, mentre molte altre nazioni utilizzano il nostro campionato e l’organizzazione dei nostri club per far crescere al meglio i loro talenti. Ed anche chi rimane nel suo paese ha maggiori opportunità di crescere rispetto ai giocatori italiani. L’ultimo Consiglio – ha concluso il presidente federale – ha preso molte decisioni per favorire l’utilizzo degli under e diminuire quello degli over. Al riguardo in B1 e B2 ce ne potranno essere soltanto quattro a referto nati nel 1977 o prima in campo maschile, nel 1979 o prima in quello femminile. Perché il problema di vedere in campo i nostri giovani è grande e di difficile soluzione: noi abbiamo il dovere di provare a trovarne una”.