Unendo Yamamay Busto Arsizio: parola a Carli Lloyd
Autore: Lega Volley Femminile
22 Gennaio 2013

“Ciao a tutti,

ho deciso di scrivervi poche righe per spiegare il mio infortunio.

Nel febbraio della scorsa stagione ho iniziato ad avere dolore ad entrambe le mie tibie, da una risonanza di controllo è risultato essere un infiammazione ad entrambe le tibie, una periostite. Sulla base di questo esame abbiamo iniziato una terapia di recupero per questa patologia.

Per guarire da questo tipo di infortunio la terapia necessaria è quella di smettere il movimento che ti causa il dolore. Nel mio caso, erano tutti i movimenti del nostro sport, correre, saltare, i movimenti laterali, i pesi, tutte cose che mi causavano forti fastidi ad entrambe le gambe e molto dolore quotidianamente.

A causa dell’intensità e dell’importanza della scorsa stagione, ho deciso di giocare nonostante il dolore e di finire il campionato.

Subito dopo la conclusione della stagione, sono andata direttamente con la Nazionale sperando di far parte della squadra che avrebbe poi partecipato alle Olimpiadi. Con una nuova diagnosi che confermava ancora infiammazione alle tibie e periostite, e che il riposo era l’unica cura effettivamente necessaria, visto la posta in gioco, come avevo scelto per la parte finale di stagione, ho deciso di continuare a giocare.

Consapevole che una volta concluso il lavoro con la Nazionale, avrei avuto abbastanza tempo per guarire ed essere pronta per la nuova stagione con la Unendo Yamamay Busto Arsizio, la mia squadra.

Quest’estate dopo che il lavoro con la Nazionale è finito, il piano è stato quello di effettuare le 6 settimane di riposo che mi erano state consigliate per un pieno e corretto recupero totale. Tuttavia, trascorso questo tempo il dolore non era passato, avrei avuto bisogno di un periodo di riposo più lungo.

Quando sono tornata in Italia ho iniziato il lavoro in campo e in palestra in modo soft ma completo. É stato un periodo molto difficile perché c’erano dei giorni in cui mi sentivo male e dei giorni nei quali mi sentivo bene, ma il dolore in generale non andava migliorando. L’intero staff di Busto mi ha aiutato molto in questo periodo e io sono loro veramente riconoscente.

Alla fine di dicembre ho deciso, consultandomi con la mia famiglia, che sarebbe stato opportuno essere visitata da un nuovo specialista americano. Sono andata dallo staff di Busto con la preoccupazione che il mio infortunio non stava migliorando e la richiesta di avere l’opportunità di andare da questo dottore per avere un nuovo parere, grazie a loro, che hanno appoggiato la mia idea, ho avuto l’opportunità di poter svolgere subito questo consulto.

Quando sono arrivata in America mi sono sottoposta ad una 3D bone scan (in Italia chiamata scintigrafia ossea).

Il risultato ha mostrato delle fratture da stress in entrambe le tibie, sfortunatamente non era lo stesso risultato della diagnosi precedente.

La cura intrapresa è riposo attivo, unito a terapie per il riassorbimento delle fratture, in attesa che il 31 gennaio si possa di nuovo effettuare un esame identico a quello sostenute negli Stati Uniti. Nella speranza che l’esito sia positivo e mi permetta di tornare in campo nel più breve tempo possibile.

Vi ringrazio di essere così pazienti con me in questo periodo. Sono sicura che potete immaginare quando sia difficile e non vedo l’ora di tornare in campo di nuovo”.

Con amore, Carli

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E’ stata accordata con piacere a Carli Lloyd la possibilità, attraverso il nostro sito ufficiale, di comunicare direttamente con tutti coloro che seguono l’attività della “Unendo Yamamay Busto Arsizio”, per parlare del suo difficile periodo attuale, in cui con serietà e determinazione, sta lavorando per tornare il più presto possibile da protagonista sul taraflex.

Quella del recupero da un infortunio è una condizione con cui gli sportivi professionisti debbono purtroppo a volte confrontarsi nel corso della loro carriera.

La nostra società, attraverso il lavoro del proprio staff medico, ha sempre seguito ed assistito Carli in ognuno dei delicati passaggi, dalla diagnosi alla terapia, dimostrando efficienza e totale apertura mentale alla collaborazione con altri medici e strutture, in ogni caso sempre ponendo al centro l’atleta ed il suo recupero ottimale della condizione. Peraltro, come da consolidata consuetudine, da parte del nostro medico sociale, la Dr.ssa Nadia Brogioli, non è stata mai, anche per le note ragioni legate ai limiti della possibile diffusione di dati sensibili (tali sono secondo la Legge italiana in materia quelli legati alle condizioni di salute della persona), attuata alcuna precisazione specifica sulle particolarità della situazione.

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