Velasco: ‘Quando Barbolini era il mio secondo…’
Autore: Lega Volley Femminile
4 Ottobre 2007


Julio Velasco, ex ct azzurro sia in campo femminile che maschile, Massimo Barbolini lo conosce bene. Quando aveva vent’anni, l’allenatore che recentemente ha portato le ragazze dell’Italvolley sul tetto d’Europa e’ stato suo ‘secondo’ a Modena. A Datasport lo stesso Velasco ci spiega il perche’ Barbolini e’ riuscito a far vincere all’Italdonne un oro europeo mai conquistato finora.’L’elemento principale e’ la sua capacita’ tecnica, specifica della pallavolo. Ci sono elementi psicologici, di gestione molto importanti ma tutto questo a condizione di come si insegna, di come si allena e si affrontano le partite. Di Massimo, gia’ quando aveva ventun anni ed era il mio secondo, mi stupiva la sua intelligenza. Conosce molto bene la pallavolo sotto tutti i punti di vista, nei dettagli. Non ha continuato a giocare per un problema alla spalla. Da tanti anni si e’ specializzato nel femminile e lo conosce. A Verona, durante il Grand Prix, mi parlava di certe situazioni muro-difesa della pallavolo femminile che ho visto esattamente fare alla sua squadra in campo. Questa straordinaria difesa che l’Italia ha applicato sul campo non e’ stato merito soltanto delle ragazze ma era il suo concetto portato alla pratica. Alla capacita’ tecnica si aggiungono poi le capacita’ gestionali: soprattutto nella pallavolo femminile dove spesso c’e’ molto nervosismo intorno alle ragazze, e questo lo si vede soprattutto nei settori giovanili, e’ molto importante mantenere la tranquillita’ nei momenti decisivi’. Il capitano di questa Nazionale e’ Eleonora Lo Bianco, un’altra sua ‘creatura’, che ha cominciato nel ‘Club Italia’ da lei fortemente voluto?’Mentre in campo maschile c’era la Junior League per cui i migliori giocatori di quell’eta’ andavano nei grossi club a giocare e vivevano in tutto e per tutto anche nella qualita’ degli allenamenti la vita della Serie A, in quello femminile questo era piu’ difficile. Le ragazze brave erano distribuite su tutto il territorio, non in alcune squadre specifiche, era piu’ difficile che andassero via di casa a una certa eta’. Era necessario un lavoro piu’ profondo sulla parte tecnica individuale e fisica e allora ho insistito tantissimo per il ‘Club Italia’, che permettesse alle ragazze di fare il salto di qualita’ e di giocare in Serie A. Prima che per il Club Italia ho convocato la Lo Bianco in Nazionale perche’ cercavo giocatrici giovani per iniziare un ciclo nuovo. In un’intervista lei stessa ha raccontato che quando l’ho chiamata a casa sua non ci credeva, pensava fosse uno scherzo. Lei poi ha fatto un enorme lavoro tecnico con Frigoni quando io sono andato via che le ha permesso di fare un ulteriore passo avanti. Poi e’ arrivato Bonitta, ha vinto il Mondiale e ha proseguito la sua carriera’.

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