Era in campo quando la squadra venne promossa in D, era in campo quando si approdò in C e poi in B2. Giunta nella cadetteria pensava di non esserne all’altezza ed invece, con impegno e dedizione, divenne protagonista anche in un torneo più difficile si da autografare la promozione in B1. Lo scorso giugno, in un palasport gremito, coach Monfreda la manda in campo in uno dei momenti più delicati di gara due della finale play off contro Marsala. Lei entra sicura, il braccio non le trema, va direttamente al servizio. Fa il suo dovere, la squadra si scuote, si va a vincere e conquistare la serie A.
Cinque scatti indelebili a testimonianza di otto anni indimenticabili di Melina Salzillo in Volalto. Dal primo settembre la bandiera rosanero ha smesso i panni della giocatrice per indossare quelli parimenti importanti di team manager.
“Un ruolo delicato che mi consente di vivere ancora lo spogliatoio e di continuare a far parte di questa famiglia. Ringrazio la società per l’opportunità concessami e darò sempre il 110% per essere all’altezza dell’incarico assegnatomi”
Parliamo di questi otto anni di Volalto. Sei una bandiera che fiera sventola sul pennone più alto del palazzetto
“Ricordi meravigliosi, ricordi splendidi in campo, ricordi speciali fuori. Ho avuto modo di conoscere persone eccezionali. Sin dal mio primo giorno in rosanero sono stata accolta in quella che è ancora oggi la mia famiglia, letteralmente conquistata da un uomo che aveva nel cuore un grande sogno. Un sogno che ben presto ha conquistato tutti ed oggi siamo qui a goderne i risultati. Parlo del presidente Barone, un uomo eccezionale, un uomo capace di travolgerti con il suo nobile entusiasmo e di farti condividere con lui tutti i sogni anche quelli che sembrano i più irealizzabili”.
Come quello di giocare la finale per la promozione in A2…
“Una gioia indescrivibile. Sapevo che avrei avuto poche possibilità di scendere in campo, la concorrenza davanti a me era altissima. Nonostante questo, però, ho voluto continuare a lottare sperando di ritagliarmi anche un solo secondo di gloria. Mai avrei pensato di poter giocare la finale ed in un momento così delicato poi”.
La promozione più bella e difficile?
“Belle sono tutte, come non potrebbero, forse, però, la più difficile è stata quella in B1. Dopo un inizio stentato, abbiamo messo la quinta e con una incredibile serie di vittorie consecutive approdammo in B1. Adrenalina pura”.
Tante compagne, tanta allegria nello spogliatoio, ma anche tanti momenti bui.
“La Volalto è una famiglia ed in una famiglia raramente non si va d’accordo. Con tutte le mie compagne ho avuto un rapporto splendido. Certo, Federica Barone, Carmen Gagliardi, Paola Paioletti e Marianna Iarnone hanno un posticino privilegiato nel mio cuore. Persone fantastiche, gradi donne e grandi atlete”.
La cosa più bella che ti ha dato la pallavolo?
“Il volley mi ha dato tanto. Ho avuto la fortuna di giocare in un club fantastico, portare a casa vittorie esaltanti, ma la cosa più bella che ho avuto sono le amicizie venutesi a creare e questa è la cosa più bella che potesse capitarmi, indipendentemente da qualsiasi altro successo”.