“La prima impressione dopo l’amichevole è senza dubbio positiva, sicuramente abbiamo ancora da lavorare, ma questo è un gruppo che non si tira di certo indietro”. Eccola Sara De Lellis, fosforo e tecnica al servizio della Volalto. La palleggiatrice, certamente una delle migliori interpreti del suo ruolo in tutta la categoria, prova ad analizzare la prima uscita stagionale delle rosanero in quel di Arzano (quattro set, due vinti per parte).
“In queste settimane – prosegue l’atleta laziale – gli allenamenti erano concentrati molto sul lavoro di difesa e, devo dire, che la squadra in quel fondamentale ha risposto in maniera ottima alle richieste del coach”.
Anno nuovo vita nuova. Tanti i volti nuovi in squadra, ma questo non è un problema, anzi. “Nella maniera più assoluta – afferma sicura la regista – Per fortuna tutto procede bene. Tra noi siamo serene. Ci piace molto stare insieme e questa è la base di partenza per poter creare qualcosa di solido”.
Arrivò a Caserta reduce dalla grande stagione di Soverato dove fu splendida protagonista della cavalcata delle calabresi culminata con la semifinale play off. All’ombra della Reggia ha confermato le sue qualità tecniche ed umane, ha cercato di tenere sempre dritta la barra del timone, mostrando personalità e senso del dovere. Alla fine è risultata una delle migliori.
“Lo scorso anno quando scelsi la Volalto, lo feci perché volevo partecipare ad un campionato tranquillo in cui il divertimento doveva essere alla base di ogni mio allenamento. Alla fine, però, si rilevato tutto l’opposto sia dentro che fuori la palestra. Fatto sta che quello passato posso descriverlo come il mio peggior anno pallavolistico”. Il buio e la delusione, lasciano, però, subito spazio alla rabbia, alla voglia di rivincita che è la qualità tipica dei campioni.
“Penso, però, che le esperienze negative segnino e spingano ognuno di noi a non ricadere negli stessi errori. L’umiltà, la pazienza e il lavoro in palestra sono le qualità che ritengo essere alla base di qualsiasi persona che voglia affrontare questo sport. Quest’anno ho trovato ragazze ed uno staff tecnico che si trovano sulla mia stessa linea d’onda. Parlare la stessa lingua diventa importante per il raggiungimento di un obiettivo”.