Volksbank Sudtirol Bolzano: le campionesse che fecero l’impresa
Autore: Lega Volley Femminile
6 Aprile 2015

Hanno preso carta e penna, intinto il pennino nell’inchiostro blu e arancione scrivendo la pagina più alta nella storia della pallavolo regionale. Dalla prima all’ultima: un monolite, una squadra senza una crepa. In campo inaffondabili, fuori unite. Con gli occhi della tigre e le unghie dell’aquila: contro le avversarie, ma anche contro la sfortuna, gli infortuni e i piccoli incidenti di percorso. Hanno vinto tutto quello che c’era da vincere, battuto tutti quelli che c’erano da battere. Sono le campionesse della Volksbank Sudtirol Bolzano che hanno fatto l’impresa.

GIULIA BRESCIANI #1 All’esordio in serie A2. Già, perché questo libero gioiello questa categoria mica l’aveva mai fatta prima. E’ tornata a Bolzano dopo un anno di assenza e ha deciso che in questo campionato, nel suo ruolo, era la migliore senza tante discussioni. Riflessi felini, senso della posizione e salvataggi spettacolari che hanno fatto innamorare il PalaResia. Dopo il derby d’andata con Trento è il simbolo della città sportiva. Vince di tutto e di più: oltre alla doppia coppa ci aggiunge anche il premio Fusco come miglior giovane del volley rosa. Giù il cappello per questa favola toscana.

GRETA FILIPPIN #2 Arriva dalle giovanili con un carico di speranze. Osserva le atlete con più esperienza e ne carpisce segreti e mentalità. Due occhi grandi pieni di curiosità e voglia di imparare. Fa il suo esordio in A2 nelle prime partite: per una classe ’98 non è proprio cosa da poco. Ha il futuro davanti: le hanno insegnato come si costruiscono i sogni.

AURORA BONAFINI #3 E’ come le sue battute: una carica esplosiva, precisa e diretta. Quando viene chiamata in causa si piazza e spara. Un secondo palleggio di sicuro affidamento con una convinzione granitica: conta vincere e ogni giorno mordere la strada per raggiungere l’obiettivo. Sospesa tra Trento e Bolzano è una stupenda storia della pallavolo regionale che funziona regalando soddisfazioni in entrambe le province. Alle bambine che devono imparare ad avere fame e mentalità indicate lei.

FRANCESCA TREVISAN #4 Si è parlato di un Neruda costruito su un affidabile mix di gioventù ed esperienza. Fin dalle prime partite dimostra che la linea verde paga, eccome. Personalità e punti, sicurezza e voglia di stare in campo da protagonista. Non trema affatto nel guardare in faccia la categoria dell’A2 imponendosi in un momento dove gli infortuni alle bande accumulavano nubi sul futuro della squadra. Una chiave per l’ottima partenza e un simbolo di abnegazione quando decide di chiudere le ultime partite con la maglia da libero nonostante una schiena con le bizze. Una sicurezza.

ELENA GABRIELI #5 Vola sulla stagione come un albatros. Risolve le partite alzando le mani in un muro granitico. Si guadagna una fetta di promozione componendo con Vittoria Repice una coppia di acciaio. Mette le ali e carica il gruppo in diversi momenti delicati con un senso della squadra esemplare. Collante fondamentale nel gruppo e nello starting six:imprescindibile.

ANNA KAJALINA #7 L’opposto estone vola sopra tutti. Recupera in fretta il ritmo partita dopo stagioni difficili e comincia a mietere punti con regolarità costante. Svetta sui muri e infrange le difese. Tira fuori una forza trascinante in un crescendo costante e nel gruppo strappa risate vere con un carattere istrionico. Gioca la finale di Rimini con un dolore a un dito che avrebbe fermato un gigante: lei è molto meglio. E non solo per l’altezza.

GIUDITTA LUALDI #8 Un concentrato di bollicine pronto ad essere sparato. Centrale giovanissima di sicuro avvenire: con tutte le caratteristiche per essere sempre più decisiva. Si infortuna nella maledetta sfida d’andata a Filottrano, ma fa in tempo a mettere in mostra tutto il talento che coltiva. Non smette mai, nemmeno da fuori, di portare nella squadra il vento di una personalità esplosiva che se non ci fosse bisognerebbe inventarla.

VALERIA PAPA #9 Un Capitano è la somma di tutti i simboli di una squadra. E’ la storia del Neruda, è l’immagine di una stagione riscattata partendo mordendo il freno di una spalla ballerina. E’ il numero 9 che quando salta spezza il respiro al PalaResia in attesa del suo sparo, è una mente creativa e una mano sempre tesa per tutti. E’ quella che dopo una sconfitta alza lo sguardo e dice “ci metto io la faccia” ed è quella che dopo la vittoria più importante della sua carriera chiede di fare un piccolo video per ricordare una bambina sfortunata della sua Liguria. Un Capitano orgoglioso e un orgoglio averla come Capitano.

SARA BERTOLINI #10 Nei suoi occhi brillanti c’è tutto il Neruda e la sua storia. Le vittorie nelle categorie minori, la crescita di una società e l’apoteosi di questi giorni. E’ giusto sia in prima linea con una maglia che le è cucita addosso: a cinque anni palleggiava con la N sul petto. Il cuore di una squadra e di un territorio che l’adora. Centrale e opposto: la chiamano jolly, ma è semplicemente brava in tutto. Partita dalla base arriva all’apice della storia del Neruda: è quella che salta più in alto di tutti.

VITTORIA REPICE #11 Ringhia e trascina. E’ la pantera nelle fibre di questa squadra: se il momento è delicato, tranquilli, lei c’è sempre. Costanza di rendimento, personalità come un’onda e capacità di imporsi sotto rete. E’ un muro per le avversarie e un caterpillar al servizio delle compagne. Le prende per mano quando conta. Ha una serie di rivincite da prendersi e passa all’incasso con tutti e con gli interessi. Determinante e trascinante.

LUCIA BACCHI #12 Arriva e cambia lo spartito della stagione. Leonessa della sabbia ritrova l’indoor e lo spacca in due come una mela. Fattore che sposta le partite e, probabilmente, un campionato. E’ Mvp nella finale di Rimini e sicuramente in A2 pochissime le tengono testa . Faro per le compagne, è lo sguardo che si cerca quando bisogna vincere e la prima che rende onore a tutti un secondo dopo la vittoria. E’ la mano che scatta i selfie ad ogni fine partita e non è un caso: senza di lei, probabilmente, non ci sarebbe la fotografia di un trionfo.

NOEMI PORZIO #13 E’ vero, non gioca mai a causa di un infortunio al ginocchio che la mette out prima dell’inizio, ma è decisiva. Decisiva con il suo esserci sempre a bordo campo, con la voglia costante di essere parte di una squadra quando non è semplice esserlo. Presente costantemente nello spogliatoio senza poterlo varcare ogni momento: un piccolo capolavoro. Ama scrivere le favole per bambini e in questo racconto meraviglioso c’è anche il tratto della sua penna. In ogni passaggio.

LENA MOELLERS#15 Metronomo con la bacchetta magica. In una terra di bilinguismo esemplare regala tutta la precisione e l’applicazione tedesca alla squadra. Muove le pedine con grande sensibilità e scelta di tempo: è la vera direttrice d’orchestra del complesso. Se brillano i solisti dietro c’è la sua visione d’insieme. Regista totale del film Neruda 2014/2015. Da oscar.

TIZIANA VEGLIA #16 Arriva con un bagaglio di sfide da vincere e una tasca di interrogativi. Ringrazia la squadra per come l’accoglie, ma è grazie alle sue qualità tecniche e umane che si inserisce perfettamente nel meccanismo. Cinica quel che basta, determinata e determinante, elegante ed efficace, sempre con il sorriso. Porta punti, muri e carattere in partite delicate. E’ arrivata a metà e si porta a casa la posta intera, da protagonista: applausi.

KATHRIN WALDTHALER #17 Sfortunata con una spalla che dopo poche partite la porta fuori dal campo. Di fatto, però, non ne esce mai: vicina alla squadra che l’ha cresciuta e di cui è indiscutibile bandiera. Giusto che il suo sorriso stia sulla copertina del Neruda che conosce la massima serie. Tornerà presto protagonista dei palazzetti. Intanto lo è di una favola che conosce dall’inizio alla fine.

Visualizza sponsor