Yasmina Akrari continuerà a vestire il biancoblù anche nel 2018-2019, in quella che sia per la centrale torinese sia per il Fenera Chieri ’76 sarà la stagione del debutto in A1. Un sogno realizzato insieme. Un rapporto che entrambe le parti hanno fortemente voluto proseguire.
Yas, la scorsa stagione avevi già dichiarato che sognavi l’A1, e che speravi di arrivarci con il Fenera Chieri ’76. Eccoci qui.
«Già. Non vedo l’ora di iniziare. L’A1 è il sogno che fai da bambina: farla a due passi da casa in una società in cui sono stata benissimo rende il tutto perfetto».
In otto stagioni sempre in crescendo sei salita dalla B2 all’A1, conquistando ogni categoria sul campo.
«La promozione in B1 quasi non la ricordo, ero in panchina con la prima squadra ma giocavo ancora nelle giovanili. La promozione in A2 l’ho vissuta da protagonista e la ricordo bene. Quest’anno abbiamo fatto qualcosa di incredibile che non dimenticherò mai. Tante giocatrici arrivano in A1 prima di me che debutterò nella massima categoria a 25 anni, ma sono contentissima così: volevo vincere tutte le categorie sul campo. È andata bene».
La scorsa stagione in A1 c’erano soltanto quattro giocatrici torinesi, e di queste appena una centrale: una certa Paola Paggi, che quest’anno non ci sarà più. Vuoi essere la sua erede?
«Magari! Ripetere una carriera come la sua non sarebbe male… Vedremo comunque. Già è bello essere in A1, tutto quello che verrà sarà il benvenuto. Non spariamo troppo in alto e vediamo passo per passo cosa si riesce a fare».
Vuoi darti qualche obiettivo?
«A livello personale spero di riuscire a murare qualcuno, almeno di seguire la palla senza restare ferma impalata in mezzo al campo (ride). Seriamente, spero di essere al livello della categoria. Come squadra sicuramente l’obiettiva è la salvezza, ma speriamo anche qualcosa in più, e se ce la faremo sono sicura che sarà una festa più grossa della promozione di quest’anno».
Sei bella carica. Lo sono anche i tuoi nonni, vero?
«(Ride) Sicuramente ci saranno anche l’anno prossimo, continueranno a fare presenza fissa al PalaFenera e a essere i miei portafortuna!».
Per concludere, da Torino a Chieri, un saluto alla famiglia biancoblù?
«Più che un saluto tengo a fare arrivare un ringraziamento, ai tifosi e ai volontari supercarini che ci hanno seguito ovunque. Si sono fatti chilometri su chilometri per vederci giocare, alla fine abbiamo potuto festeggiare insieme ma non era così scontato. Ci sono sempre stati vicini, anche in allenamento, chi con i dolci, chi raccogliendo i palloni. Non vedo l’ora di riabbracciarli».